Pensami leggero

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Ultimamente ho molto tempo per pensare, forse troppo, anzi togliamo pure il forse; da quando mi sono laureata proprio questo continuo elaborare, analizzare, ricercare ed operare di autoconvincimento mi hanno portato alla deriva, in uno stato d’inconsapevole isolamento e manipolazione. La chiamano crisi della crescita, quel momento in cui si esce dai binari prestabiliti, su cui abbiamo percorso la nostra strada sino ad ora, per buttarsi nel baratro dell’incertezza, alla ricerca di un futuro ignoto che decisamente ci spaventa. Ti fermi e pensi a te stesso, ti fai il classico esame di coscienza, una valutazione di ciò che sei riuscito a combinare in tutto questo tempo: Eva, 24 anni, molti anni di studio alle spalle coronati da un percorso di laurea ai limiti dell’inutilità, tanti sogni nel cassetto di cui però ho perso la chiave, inghiottita da quasi un anno di debolezza e buio, pillolette bicolori e realtà in bianco e nero. Certo non rinnego ciò che ho scritto pochi giorni fa, tutta quella storia di Evasole, ve la ricordate? Sto bene, sorrido, ho anche iniziato a camminare e correre dopo mesi di inespugnabile immobilità, ma ciò non toglie che il mio essere sia completamente ricoperto di cicatrici, abrasioni, lividi in via di guarigione; ogni tanto qualche piccola ferita si riapre, sento quel bruciore famigliare che ormai non fa più paura. Sono una ragazza forte, con cui la vita non è stata particolarmente generosa; era praticamente impossibile non farsi male e la fuga non è un comportamento che mi si addice. Questo non vuol dire che io sia stata il bersaglio fin troppo facile di una sfiga inesauribile, c’è chi sta meglio, ma c’è anche chi sta come me se non peggio. Una cosa devo però rimproverarmi, l’idea, troppo solida, di riuscire sempre e comunque a cavarmela da sola: non sono Wonderwoman e a questo punto avrei anche dovuto capirlo, invece continuo ad essere una persona refrattaria nei confronti di quella parte del mondo che vorrebbe solo darmi una mano. Colpevoli le tante delusioni e la superficialità che ancora mi circonda ma è solo colpa mia se non sono in grado di scegliere chi avere accanto, no?

Ho letto due libri in questi giorni, colmi di sofferenze ai margini della sopportazione, squilibri e percorsi di vita ingiusti, ma, aldilà di tutto, il filo d’Arianna che realmente ha catturato la mia attenzione è stato uno: in entrambi i romanzi, i personaggi superano i loro limiti grazie aImmagine qualcuno, una persona in grado di concedere il proprio universo per la felicità altrui. John Green in “Colpa delle stelle” scrive proprio “Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire”, mentre Matthew Quick, ne “Il lato positivo”, parla di un giovane uomo convinto di vivere in un film, da cui sarà in grado di staccarsi solo grazie all’aiuto della propria versione al femminile “Fa male guardare le nuvole, però aiuta: come gran parte delle cose che provocano dolore”.

Insomma ho preso coscienza del fatto che il primo passo verso la serenità e l’equilibrio sia riscoprire se stessi ed il proprio valore, ma siamo, senza nessuna esclusione, esseri viventi che amano l’amore, che non possono fare a meno di cercarsi l’un l’altro, la propria metà platonica, per cui sta a noi aprirci al mondo e lasciarsi incantare, catturare ed infine guarire.

21 commenti Aggiungi il tuo

  1. se vieni da me c’è un pensierino per te
    ciao Franca

    1. evarachele ha detto:

      Grazie mille! 😀

      1. un caro saluto … dolce sera 🙂

  2. unododici ha detto:

    Sono questi i post che amo, anche se contengono uno sfogo personale, mentre leggi ti rendi conto che prevale in quelle parole la determinazione a non mollare e distribuirla in piccole dosi a chi ti segue. Continua a essere forte Evasole. 🙂

    1. evarachele ha detto:

      Ti ringrazio…è così bello essere compresi dopo tanto tempo 🙂 Evasole non molla

      1. unododici ha detto:

      2. unododici ha detto:

        Volevo dirti che questa settimana per tre volte mi è capitata davanti la copertina del libro da te letto, Il lato positivo. La terza qui da te, e visto che Venuto al mondo è stato una buon consiglio, mi sono procurato anche questo. Il problema è ridurre la fila di letture in lista…:) Buona domenica Evasole.

  3. newwhitebear ha detto:

    Quando si inizia una strada nuova è come saltare una siepe non sapendo cosa ci aspetta al di là. Ma poi vinto il primo momento di incertezza, di paura, di timore ci si getta oltre l’ostacolo con l’incoscienza della giovane età.
    Sono momenti di smarrimento temporaneo e guai a lasciarsi sopraffare. Non devi pensare, devi agire, devi giocare d’anticipo e vedrai che tutto andrà bene, anche se potranno esserci sconfitte, delusioni e qualche livido.

    1. evarachele ha detto:

      Si, lo so, e ora mi sento ufficialmente pronta per questo “salto” nel vuoto…Dopo tanti anni di lotte senza fine purtroppo ho ceduto all’incertezza, ma posso dire di aver riacquistato le forze e di essere curiosa nei confronti di ciò che mi aspetta! Si diventa grandi 🙂

      1. newwhitebear ha detto:

        Non sono salti nel vuoto ma è gettarsi oltre l’ostacolo non conoscendo cosa ci celi dietro. Se uno si ferma e cerca di analizzare tutto, rimane paralizzato da mille dubbi e incertezze. Quando ho affrontato il primo lavoro, sapevo perfettamente cosa lasciavo e quali certezze mi dava per affrontare un percorso del quale non sapevo dove mi avrebbe condotto. Ho fatto una scelta allora e da quel momento la mia vita è stata una serie di scelte senza mai guardarsi indietro ma sempre avanti. Questo è stato lo stimolo a lottare, a dimostrare, a estrarre il meglio di me stesso.
        Dunque non aver paura. Ogni scelta è sempre rimediabile con un’altra

      2. evarachele ha detto:

        Si si…il mio salto nel vuoto non si riferisce solo a scelte lavorative o altro…è un po’ come se riprendessi ad esistere, riprendessi in mano la mia vita…devo imparare di nuovo a muovermi nel mondo, ma come ho detto sono pronta, ora non ho più paura.

      3. newwhitebear ha detto:

        Determinata e decisa.

      4. evarachele ha detto:

        Assolutamente si! 😀

  4. Cicatrici e lividi sono gli effetti collaterali del nostro lottare contro “non sappiamo bene ancora cosa, ma per ora la chiamiamo sfortuna”.
    Sai Eva, le tue parole sono state uno specchio in cui riflettermi, guardarmi attentamente e cercare me stessa. Perché quando la vita non è esattamente quella che definiremmo un’amica, bisogna imparare a camminarci insieme nonostante tutto.

    Questa fase di passaggio io l’ho vissuta alcuni mesi fa, e ti dico che la chiave per andare avanti è in noi stessi! Cercarla negli altri è inutile, o almeno lo è stato per me! La vera forza di me stessa ero IO, io avevo vissuto, io avevo pianto, io ero caduta e solo io mi potevo rialzare. Poi ho scelto di donare quella forza alla mia mamma e lei ha donato la sua a me. Quello è l’unico scambio che mi sono concessa, perché dagli altri non avrei ricevuto nulla!

    Non ti conosco di persona, ma la tua amicizia virtuale mi sta regalando tanto ❤ un bacio e vedrai che la luce è vicina, il tunnel sta per finire 😀

    1. evarachele ha detto:

      Hai ragione quando dici che la nostra forza sta in noi stessi! Il mio percorso dissestato, chiamiamolo così, è iniziato all’età di 16 anni, sono sempre stata una persona alla continua ricerca di controllo e stabilità, convinta che tutto potesse essere risolto solo da me. Mi sono fatta carico dei problemi altrui, molte volte dimenticandomi del mio essere e della cura della mia persona. Mi credevo non dico invincibile ma come se fosse mio dovere assistere chi mi stava accanto, per una sorta di mia inferiorità, difetto, io dovevo donare agli altri.
      Poi l’anno scorso le braccia si sono immobilizzate, il cervello annebbiato e non ce l’ho più fatta. Ho dovuto prendere coscienza del fatto che per una volta dovevo anche io accettare l’aiuto altrui, altrimenti non ne sarei uscita! Qui stava il mio ragionamento, pur portando avanti l’idea di non appoggiarsi agli altri perché nel momento in cui si spostano tu cadi. Prendere coscienza della propria importanza senza però rinnegare la gentilezza e la vicinanza pura e semplice di chi ti vuol bene.
      In ogni caso il discorso sull’amicizia vale anche per me e prima o poi troveremo modo di scambiarci un abbraccio ❤

  5. Sun ha detto:

    C’è un award per te. Se ti va passa da me 🙂

    1. evarachele ha detto:

      Ora vado a vedere! Grazie mille 😀

  6. giolic ha detto:

    C’è una poesia di Wislawa Szymborska che parla della vita e si chiude così “seguire con gli occhi una scintilla nel vento\ e persistere nel non sapere qualcosa d’importante” Non possiamo sapere in anticipo cosa ci riserva la vita, ma possiamo viverne intensamente ogni più piccola scintilla consapevoli del rischio di bruciarci ma pieni della gioia della scoperta e della sua bellezza. Ti auguro di seguire anche tu con gli occhi una scintilla nel vento ..sapendo che nasce da te la libertà.
    Grazie di esser passata da me. buona giornata 🙂

    1. evarachele ha detto:

      Bellissima questa metafora e ti ringrazio davvero per averla condivisa con me! Pensieri come questo sono molto importanti 🙂 Buona giornata anche a te

  7. michecodorniz ha detto:

    Ciao! Volevo complimentarmi con te per i contenuti del tuo blog e per la grazia con cui scrivi; seguirò con piacere i tuoi post, visto che sono una lettrice sempre in cerca di nuovi spunti, e ti auguro tanta fortuna!

    1. evarachele ha detto:

      Grazie mille Michela…è sempre bello trovare dei riscontri così positivi:) Spero di poterti incuriosire a lungo!! Vengo subito nel tuo blog!
      Un abbraccio

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